BIOGRAFIA

Ettore Sordini nasce a Milano il 24 agosto del 1934.
Negli anni Cinquanta a Milano, crocevia della cultura pittorica internazionale sotto il segno delle avanguardie, Ettore Sordini compie la sua formazione frequentando l’Accademia di Brera, lavorando nello studio di Cesare Peverelli, vivendo intensamente l’ambiente artistico milanese in quegli anni vivacissimo.
Determinante l’incontro con Lucio Fontana, di cui diviene amico e discepolo. Lo considera «la stella polare, l’unico artista ufficiale con tante energie intellettuali e morali da non rinunciare mai alla ricerca incessante dell’avanguardia.»
Su invito di Fontana, partecipa alla Triennale di Milano del 1954. Nel 1956 aderisce al Movimento Nucleare e con gli amici Piero Manzoni e Angelo Verga, si impegna in una serie di elaborazioni teoriche, che confluiranno, sotto forma di invettive e dichiarazioni programmatiche, in numerosi manifesti.
Nel 1957 espone con Manzoni e Verga alla Galleria Pater di Milano con presentazione di Lucio Fontana. Già nelle prime opere traspare una sensibilità matura attraverso un grafismo del tutto originale.  Sordini «si avvale di una tecnica tutta grafica per costituire sulla tela, campita di un solo tono, tracce rade e sottili di colore che rimandano a memorie di immagini antropoidi filamentose»(1)

Milano 1966

con Lucio Fontana

Milano 1957, Bar Giamaica

con Antonio Recalcati

Milano 1957, Galleria Pater

vista della mostra

Milano 1957, Galleria Pater

un opera in mostra

Verso la fine degli anni Cinquanta si interrompe il sodalizio con Piero Manzoni. «In Manzoni era già chiara la tendenza verso l’azzeramento dell’opera, verso l’accentuazione dadaista e di verso pre-concettuale. Sordini rifiuta invece di abbandonare la fiducia nella pittura e nei suoi mezzi tradizionali, tela, immagine, segno»(2)
Le opere in mostra nel 1958 alla Galleria San Fedele di Milano indicano la scelta definitiva di Sordini per una pittura libera da ogni residuo materico; sulla tela monocroma trasferisce, ridotti ai minimi termini, alcuni elementi segnici colti illusoriamente dalla natura.
«Sono così solitarie le “passeggiate”, c’è soltanto lo spazio, ma lo spazio Sordini, ha voluto che restasse nudo e assopito come lo spazio dei mistici»(3)
Nel 1962 con Agostino Ferrari, Ugo La Pietra, Arturo Vermi e Angelo Verga, forma il Gruppo del Cenobio:  a unire i cinque giovani artisti è il comune interesse per una pittura in cui il segno è come raffreddato, ridotto all’essenziale.
Al suo esordio il gruppo organizzerà nella Galleria il Cenobio a Milano una serie di mostre personali e collettive, presentate dal poeta Alberto Lùcia, teorico del gruppo. L’anno successivo esporrà alla Saletta del Fiorino a Firenze e alla Galleria L’Indice di Milano, nel 1964 alla Galleria Cavallino di Venezia, alla Galleria Dell’Aquilone a Firenze e successivamente in numerose altre sedi sino alla mostra allestita nel 1981 all’ AAB, Museo Laboratorio di Arti Visive di Brescia, a cura di Bruno Passamani, quando già da molto tempo il gruppo si era sciolto.

1958

Passeggiata, grafite su carta

Firenze 1964, Galleria L’Aquilone

con Giulio Turcato

Firenze, 1963, Saletta del Fiorino

manifesto della mostra

Firenze 1964, Galleria L’Aquilone

con Angelo Verga

Nel 1989 Angela Vettese riunirà di nuovo il gruppo del Cenobio nella mostra Milano et Mitologia, una mostra sugli anni cruciali della ricerca artistica milanese tra il 1958 e il 1964, organizzata dal Centro Bellora di Milano. Una occasione che la Vettese ripeterà con la mostra Percorso, ricerca e ipotesi 1959-1994 del dicembre 1995 a Palazzo Martinengo di Brescia e nel maggio 1995 alla Galleria Peccolo di Livorno e alla Galleria Artestudio di Milano.
Nel 2013, a pochi mesi dalla morte di Sordini, si inaugura una grande mostra dedicata agli artisti del gruppo del Cenobio allestita nella Galleria Gruppo Credito Valtellinese a Milano, Nel segno del segno, dopo l’informale, a cura di Luciano Caramel.
Nello stesso anno le opere degli artisti del Cenobio sono presenti alle Gallerie d’Italia di Milano nella mostra 1963 e dintorni Nuovi segni, nuove forme, nuove immagini.
La critica che, con notevole ritardo, si è interessata al Cenobio, ha ormai riconosciuto l’importanza del tentativo del gruppo di individuare una «terza via» di ricerca, opponendosi  «per un verso alle tendenze nichiliste e ipercritiche nei confronti della pittura, per un altro all’incipiente invasione della cultura artistica d’oltreoceano»(4) che, con il successo della Pop Art, segna la fine del microclima milanese legato alle avanguardie europee.
Nel 1966 Sordini partecipa alla XXXIII Esposizione d’arte di Venezia dove espone opere di preminente carattere grafico e monocromo.
Nel 1967 si trasferisce a Roma dove ritrova un ambiente già conosciuto in varie occasioni. Nel’ 54 aveva esposto al Salone d’Estate degli Astrattisti e alla Galleria delle Carrozze; nel ’59 e nel’ 63 aveva allestito una mostra personale nella Galleria La Salita.

Venezia 1966

XXXIII Esposizione Internazionale d’Arte

Milano 2013, Galleria Credito Valtellinese

Il Gruppo del Cenobio

Roma 1963, Galleria La Salita

con Gian Tomaso Liverani

In questi anni approfondisce l’uso del colore e vincola il segno in più stringenti strutturazioni geometriche, ricerca che approfondirà nel decennio successivo. Si apre una nuova fase che Bruno Passamani definisce «dell’emozione strutturata e del dialogo con la geometria»(5).
Nel 1971 espone le sue prime Assonometrie dalle forti tonalità alla Galleria Regis di Calice Ligure, ambiente stimolante che ruota attorno all’atelier di Emilio Scanavino.
Nel 1973 alla Galleria dell’Oca di Roma,  mette in mostra i primi grandi formati del nuovo ciclo che saranno poi esposti nel 1975 alla Galleria Nanni di Bologna, a Milano nella Galleria Gastaldelli, a Roma nella Galleria Santoro e successivamente a Cagli nella Loggia dei Mercanti, Palazzo Pubblico. Guido Ballo descriverà queste opere come «costruzioni disegnate con sottili alterazioni prospettiche, con spostamenti che fanno intuire il provvisorio esistenziale, accentuato da segni lievi, quasi che tutto si corroda a poco a poco, con campiture nette di colore, in una misura, in un nitore fantastico […]»(6)

Roma 1972, Galleria dell’Oca

vista della mostra

Cagli 1975

nell' atelier

Cagli 1978, Loggia dei Mercanti

con Fernando Mencherini

La stessa attenzione per i rapporti spaziali torna nell’installazione in mostra alla Galleria Il Salotto di Como, composta da sei grandi quadri monocromi e sei paracarri dipinti in finta pietra.
Quest’opera segnala l’accentuarsi dell’interesse a collocare nello spazio oggetti tridimensionali che nel tempo porterà la sua ricerca «nella condizione intermedia tra due discipline, dotate di statuti diversi, arte e architettura che si incontrano nel luogo intermedio del monumento»(7)
Nel 1987 progetta un portale monumentale come ingresso all’Orto Botanico di Gibellina.
Nel 1988 realizza su incarico del Comune di Montone (Perugia) un monumento commemorativo Ai Caduti per la Libertà, «in cui sembrano riproposti tutti i principi architettonici della classicità: la stele, la teoria dei pilastri, il portale che richiama il simbolismo della soglia, del passaggio tra vita e morte, tra natura e artificio»(8)
L’apparente staticità dell’impianto viene contrastata dall’incursione della natura che lo circonda: «la forma e la rotazione delle strutture verticali offrono inquadrature diverse del medesimo paesaggio»(9), le ombre sempre mutevoli ne modificano le forme.  Disegni e modelli sono esposti nel complesso di San Francesco a Montone e presentati in Monumentalia, geometria e paesaggio, una mostra organizzata nella Galleria AAM di Roma.
Nel 1990 realizza due fontane monumentali in collaborazione con AAM Arte Architettura Moderna per il Palazzo dello Sport e delle Arti di Ravenna.  Le tavole di progetto e i modelli sono stati esposti nella mostra Percorsi nel moderno e nel contemporaneo – Ferruzzi per l’arte, allestita nel 1991 nella Terrazza Frau, XXXIV Festival dei Due Mondi di Spoleto.
Nel 2004 , su incarico del Comune di Cagli (Pesaro Urbino), realizza una fontana rivestita di mattonelle policrome, impreziosite dal velo d’acqua che le bagna. E’ un’immagine quasi bidimensionale, in contiguità con i dipinti delle «marine» a cui sta lavorando in quegli anni.

Montone 1989

Monumento ai Caduti per la Libertà

Como 1976, Galleria Il Salotto

con il figlio Federico

Spoleto 1990, XXXIV festival dei due mondi

Percorsi del moderno e del contemporaneo

Negli anni Ottanta in Italia ha inizio un’attività di revisione critica sull’onda di un nuovo interesse per i movimenti artistici degli anni Cinquanta e Sessanta. Vengono organizzate mostre e rassegne in cui sono presenti le opere di Sordini: nel 1981 al Palazzo delle Esposizioni di Roma in Linea della ricerca italiana ’60-’80; nel 1983 al Palazzo della Permanente di Milano in Il segno della pittura e della scultura; nel 1986 alla XI Esposizione Nazionale Quadriennale di Roma; nel 1987 al Centro Culturale Bellora di Milano in Pittura Scultura Pittura; nel 1988 alla Galleria d’Arte Moderna di Verona in Astratta, secessioni astratta in Italia dal dopoguerra al 1990; nel 1998 alla Galleria Gruppo Credito Valtellinese in Arte a Milano 1946-1959. Il Movimento Nucleare.
Negli anni Ottanta la produzione artistica di Sordini è straordinariamente ricca di opere grafiche: litografie, incisioni, disegni, collage, acquarelli.
Le tavole con reperti archeologici disegnati dal vero nei Fori Romani, sono scelte da Elio Pagliarani per illustrare la sua raccolta di poesie Esercizi Platonici (10) dopo essere stati in mostra nel 1984 nello spazio espositivo del Banco di Roma.
Tra le mostre personali di questi anni, particolare quella allestita nel 1988 alla Galleria San Carlo di Milano, Cicche e Cartocci, scarti senza alcuna importanza, ritratti con raffinata tecnica ad acquarello. La serie di disegni a collage dal titolo  Traiettorie sarà in mostra nel 1998 alla Galleria Meridiana di Agrate Brianza e nella personale di opere grafiche alla Galleria Peccolo di Livorno nel 2010, accompagnata da un originale testo critico di Elisabetta Longari: «A proposito di Ettorino, iconico e ironico, nucleare, organico, patafisico, pericoloso sabotatore dell’edonismo e del conformismo in arte»(11)

Cagli 2024
inaugurazione del restauro

Fontana realizzata nel 2003

Livorno 2010, Galleria Roberto Peccolo

catalogo della mostra Traiettorie

Agrate Brianza 1998, Galleria La Meridiana

con Elisabetta Longari

Milano 2013, Galleria Gruppo Credito Valtellinese

Nel segno del segno

Negli anni Novanta la pittura di Sordini si riavvicina alla ricerca di un «segno immaginifico ad alto potenziale evocativo»(12). Il suo campo d’indagine torna a essere la natura; ricompaiono i profili delle colline, le fumate, le orme, le «inesauste e pulsanti epifanie»(13).
Da questo ritorno nasce il ciclo di opere a cui lavorerà nei suoi ultimi anni di vita, le Marine in cui, cancellato ogni riferimento naturalistico, rimane solo la forza di un’immagine che rappresenta l’essenza del paesaggio, l’orizzonte che divide la terra dal cielo, l’horizon souligne l’infini.
Le tele prodotte sono numerosissime, solo apparentemente simili. Sulla ripetitività, Sordini aveva osservato anni prima: «In teoria il quadro è sempre lo stesso, solo che l’artista non può lavorare per trenta, cinquant’anni sulla medesima tela, quindi sviluppa la sua idea su un certo numero di superfici. In fondo questa ripetitività è la stessa presente in natura: le foglie, i fili d’erba, le stelle. E’ proprio perché c’è un firmamento che noi vediamo il cielo».
Nel 2000 Sordini lascia definitivamente Roma e va a vivere a Cagli. Così Fulvio Abbate scrive di questo abbandono: «Sordini, vero uomo di mondo, artista che una città senza più luoghi da spendere per la fantasia, alla fine ha smesso di meritare perfino tra i suoi residenti»(14).
Nel 2002 collabora con l’Assessorato alle Politiche Culturali della Provincia di Perugia, realizzando, in collaborazione con Antonio Capaccio, un progetto dal titolo «Atlante Ragionato d’Arte Italiana» con l’obiettivo di mostrare gli aspetti più segreti della pittura italiana.
Le mostre vengono allestite nei suggestivi spazi del CERP (Centro Espositivo Rocca Paolina) accompagnate dalla pubblicazione di testi critici che offrono a Sordini l’occasione per una approfondita riflessione sulla pittura.

Roma 2010, Galleria Anna D’Ascanio

con Fulvio Abbate

Perugia 2003, Centro Espositivo Rocca Paolina

Assonometrie

Roma 2010, Galleria Anna D’Ascanio

l’ultima mostra curata dall’artista

Nel 2003 l’iniziativa si conclude con una mostra antologica di Sordini.
Nel 2004 presenta a Milano, alla Galleria Milano, una mostra di disegni e pastelli ed il volume Ettore Sordini, tempo perso, curato ed edito da Roberto Peccolo. La lettura di un testo di Sordini contenuto nel volume, guiderà le riprese del video-ritratto La bellezza non ha tempo, girato nel 2008 nell’atelier del maestro da Andrea Piccardo.
Nel giugno 2010 riceve il Premio dell’Angelo. Città di Cagli, con relazione di Francesco Moschini. In autunno, allestisce, la sua ultima mostra alla Galleria Anna D’Ascanio di Roma, curata da Antonio Capaccio : Due: Ettore Sordini/Carlo Carrà.
Accanto ad alcune marine di Carlo Carrà, Sordini espone numerose opere dell’ultimo ciclo: Marine 900, Orizzonte, Mare profondo.
Nella presentazione si legge : «Cielo, terra, mare all’orizzonte, l’essenziale del paesaggio, la natura nella sua evidenza, solare, folgorante, ma segretamente inquieta […]»(15)

Muore al tramonto, il 27 ottobre 2012.

 

bio25

1) B. Passamani, cat. mostra  “Dalla poetica del segno agli anni ’80,  Sordini, Verga, Vermi”,    AAB museo laboratorio arti visive, Brescia 1981
2)  A. Vettese, “Arte Italiana, segno e scrittura”, ed. Banca Commerciale Italiana , Milano 1996
3) G. Kaisserlian, pres. mostra “Recalcati, Sordini, Verga”, Galleria San Fedele, Milano 1958
4) A. Vettese, “La vicenda del Cenobio: dal disegno al segno” cat. mostra Percorso Ricerca Ipotesi 1959–1994, Brescia, Palazzo Martinengo Febbraio 1995
5) B. Passamani, Dalla poetica del segno […], cit.
6) G. Ballo, pres. mostra “Ettore Sordini”, Galleria Gastaldelli, Milano 1976
7) E. Busisi, “Itinerari e soglie tra futuro e nostalgia, Ettore Sordini e Angelo Verga”, tesi diploma Accademia di Brera, relatore G.M. Accame, Milano 1990-91′
8) ibidem
9) ibidem
10) E. Pagliarani, “Esercizi Platonici”, ed. Acquario Guanda, Palermo 1985
11)  E.Longari cat. mostra “Ettore Sordini”, Galleria R. Peccolo, Livorno 1996
12) M.N. Varga, “Sordini quasi metafisico”, Gala International n.78  Milano, luglio 1976
13) E. Villa, “Epigrafia maggiore” cat. mostra antologica ”Ettore Sordini”, CERP (PG), ed.Atlante Ragionato di Arte Italiana, 2003
14) F. Abbate, “Roma, guida non conformistica alla città”, ed. Cooper 2007
15) A. Capaccio, pres. mostra “Sordini/Carrà”, Galleria Anna D’Ascanio, Roma 2010

L’Archivio rimane a disposizione per le fotografie utilizzate di cui non è stato possibile rintracciare l’autore.

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