Una selezione di opere su tela è qui presentata in ordine cronologico, ad iniziare dalla metà degli anni cinquanta per finire con alcune di quelle realizzate nel primo decennio degli anni duemila.
Sono state scelte come illustrazione dei cicli tematici che per anni hanno caratterizzato la ricerca artistica di Sordini, impegnato per lunghi periodi a indagare sugli stessi concetti formali ricorrenti, dei quali volle riproporne tutte le possibili declinazioni espressive, variandone le dimensioni, la composizione, i colori e la materia: Passeggiate, Battaglie per la fede, Annotazioni, Assonometrie, Orme… e infine Marine.
Interrogato sul significato della “ripetizione”, Sordini affermava:
Per piantare un chiodo bisogna dare molti colpi nello stesso punto. Tutti gli artisti, da Giotto a Raffaello fino ai contemporanei, hanno sempre ripetuto uno stile in forme allargate o allungate. Ognuno, anche senza cercare necessariamente uno stile, ha dentro di sé una sigla, un ghiribizzo, una sorta di firma che viene fuori col tempo e che nel tempo si modifica, ma che è germoglio di quella pianta. In teoria il quadro è sempre lo stesso, tuttavia l’artista non può lavorare per venti o sessanta anni sulla medesima tela, quindi sviluppa la sua idea su un certo numero di superfici.
In fondo questa ripetitività è la stessa presente nella natura: le foglie, i fili d’erba, le stelle. È proprio perché c’è un firmamento che noi vediamo il cielo.